Il 15 dicembre 2020 una corte del tribunale di Milano ha condannato a 5 mesi di reclusione due musicisti della Banda degli Ottoni a Scoppio.
Il 7 dicembre 2014 erano in Piazza della Scala, durante una manifestazione di denuncia e di protesta: suonavano e cercavano di smorzare tensioni per evitare violenze e garantire il diritto a manifestare. Questo diritto è la condizione minima per un sistema sociale che voglia definirsi democratico.
La critica e il dissenso sono indispensabili allo sviluppo civile della società.
I fatti
Il 7 dicembre 2014, nella Milano che si preparava all’Expo, alla Prima della Scala, come ogni anno, si preannunciavano contestazioni contro le politiche del governo.
In un clima di tensione, la Banda degli Ottoni a Scoppio giocava un ruolo determinante affinché fosse garantita l’agibilità della piazza da parte di chi voleva esprimere il proprio dissenso, usando semplicemente la musica. Capi d’accusa: resistenza aggravata a pubblico ufficiale e favoreggiamento personale. Ma quello che è accaduto ha dell’inverosimile: non si può credere che Giancarlo con una grancassa tra le braccia e Roberto con un sassofono al collo possano aver usato "violenza" e essere condannati in un tribunale.
Il 7 dicembre 2014, nella Milano che si preparava all’Expo, alla Prima della Scala, come ogni anno, si preannunciavano contestazioni contro le politiche del governo.
In un clima di tensione, la Banda degli Ottoni a Scoppio giocava un ruolo determinante affinché fosse garantita l’agibilità della piazza da parte di chi voleva esprimere il proprio dissenso, usando semplicemente la musica. Capi d’accusa: resistenza aggravata a pubblico ufficiale e favoreggiamento personale. Ma quello che è accaduto ha dell’inverosimile: non si può credere che Giancarlo con una grancassa tra le braccia e Roberto con un sassofono al collo possano aver usato "violenza" e essere condannati in un tribunale.
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